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La coda canterina LA CODA CANTERINA
ilustraciones de Violeta Lopíz
Topipittori, Milano, 2010
(ISBN 8889210486, pp. 32, € 14)


Incipit

Un giorno, in un paese minuscolo, così piccolo che il nome era più grande del paese, un bambino si svegliò con la coda.
Era una coda bella, lunga, robusta, nuova di zecca; non una vecchia coda rattoppata di seconda mano. Quella si vedeva che era appena spuntata e non aveva nessuna intenzione di farsi staccare.
Al principio il bambino se l'era arrotolata in vita, sperando che nessuno la notasse, ma la coda era tutt'altro che docile, s'imbizzarriva a essere costretta, schioccava contro le pareti.

(Guia Risari, La coda canterina, ilustraciones de Violeta Lopíz, Topipittori, Milano, 2010)
Copyright © Topipittori 2010


Extracto

pp. 4-5, 10-11, 20-21


Recensiones

«Milan-based independent publishers Topipittori are responsible for so many beautiful books that we are spoilt for choice.
Here, writer and translator Guia Risari gives us a story of a boy who wakes up with a tail. Not just any tail, however, but a singing tail. And not just any singing tail but one that sings in Russian and does not stay still for a moment, to the considerable consternation of the boy's parents and the entire village.
This surreal concept is beautifully realized in a stunningly designed book.[...]»
(Martin Salisbury, 100 Great Children's Picture Books, Laurence King, Londres, 2015)
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«[...] Il viaggio come sempre, se fatto nel modo giusto, cambia, e in questo caso i grandi sono maturati, vedendo e imparando tante cose nuove, e il protagonista è cresciuto, aspettandoli, stando solo con se stesso e convivendo con la sua coda. L'aver girato il mondo, con la sua varietà, ha aperto gli occhi a questi adulti chiusi nella loro piccola realtà, rendendoli più ricchi, saggi e predisposti ad accettare "il diverso", tanto che la coda verrà apprezzata, non più combattuta.
La storia è divertente, con uno stile semplice, essenziale, ma con un lessico attento e ricercato. Un testo poetico, accompagnato da illustrazioni delicate e curate, seppure essenziali. Lo spazio in cui sono ambientate è sospeso, come se fosse un non-luogo, indefinito. La coda, rappresentata da una linea nera lunga e sinuosa, ci accompagna durante la lettura, attraversando tutte le doppie pagine, animandole. Il paese, dato che è molto piccolo, è rappresentato da un minuto nucleo di case, tutte ammucchiate. Anche le tonalità di colore sono limitate, vediamo il nero, il rosso e qualche tonalità di grigio, rendendo tutto leggero, grafico.[...]»
(Rain'B, "La coda canterina" Guia Risari, Violeta Lopiz, en "Montagne di libri", 4 agosto 2014)
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«Un bambino si sveglia circondato da una coda bella, lunga, robusta che balla e canta in russo canzoni strampalate. Pur di strapparsela di dosso chiede aiuto agli abitanti di un piccolo e insignificante villaggio senza attrazioni. Tutti accorrono e si attaccano alla coda che li trascina per il mondo in un viaggio senza soste. Quando finalmente tornano a casa sono stanchi e confusi, ma decisamente più felici e arricchiti interiormente. Guia Risari che ama cimentarsi in opere surreali ha scritto un testo semplice ma profondo che per quanto riguarda l'episodio del corteo ricorda vagamente la fiaba norvegese di "Ceneraccio che riuscì a far ridere la principessa". In questo caso però la coda rompe la routine quotidiana di un intero paese risvegliando gli abitanti dal loro torpore. Il giovane protagonista, da bambino abbandonato si riscopre circondato da tanti nuovi amici. Lodevole il lavoro dell'illustratrice spagnola Violeta Lopez che utilizza varie tecniche grafiche, dalle matite al collage. »
(Stefano Masetti, La coda canterina, en "Il Gatto a due Code", 21 agosto 2011)
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«(...) Il testo di Guia Risari è semplice e profondo, comico e drammatico al tempo stesso: la coda da elemento ostile si trasforma in strumento di riscatto di un intero paese ed il giovane protagonista da infante abbandonato si riscopre circondato da adulti e conoscenze nuove. Dal punto di vista grafico La coda canterina vanta una quantità di soluzioni francamente impressionante; un bizzarro mix di matite, inchiostro e collage dà letteralmente vita alle singole pagine e la semplice visione diventa in grado di veicolare significato: il primo piano dei due genitori racconta meglio di mille parole l'impatto della coda/novità su una cittadina provinciale e la rappresentazione della solitudine del piccolo arricchisce la favola con pochi istanti di vero dramma. (...)»
(Gabriele Blandamura, La coda canterina, en "il Recensore.com", 14 marzo 2011)
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«Non c'è dato sapere perché un giorno, nelle fredde e disperse regioni della Russia, in un villaggio di grandezza infinitamente piccola, geograficamente introvabile, ad un bambino di nome Ivan crebbe una coda. (...) Un evento che ha dello straordinario. Come straordinarie sono le due autrici che hanno dato vita a questo albo illustrato pubblicato la primavera scorsa da Topipittori: Guia Risari scrittrice estroversa, nota per le sue incursioni in mondi surreali come se appartenessero al suo sentire quotidiano e Violeta Lopiz, che - al suo primo lavoro in Italia - non passa inosservata per la capacità di congiungere il proprio pensiero - tradotto in immagini - con quello della Risari. (...)»
(Emanuela Stangoni, La coda canterina, en "Letteratura-per-ragazzi.it", 11 septiembre 2010)
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Videorecensión desde Assaggi Letterari, 14a episodio, 27 agosto 2010

«È un albo divertente, surreale, che si snoda (è proprio il caso di dirlo) attorno a un protagonista desueto come può essere una coda che canta vecchie canzoni russe. Questo libro ha un sapore antico per certi versi, a partire dalla nenia che la coda canta, per terminare con il villaggio piccolo, piccolo, in cui tutti si conoscono e si aiutano; è forse anche vagamente rurale, per quel forte senso della comunità che ricorda la vita nelle vecchie corti contadine d'inizio novecento. Eppure nessun indizio ci fa capire se questo sia vero, poiché è al contempo una storia perfettamente moderna.
Guia Risari è bravissima nel misurare piccole tracce di magia, con una buona dose di sorriso divertito ed ironico, mescolate alla realtà più concreta del paese minuscolo ritratto nelle sue dinamiche tipiche. Un bel testo, incalzante, dal linguaggio forbito».
(Cristiana C., La scatola del Tè)
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«(...) ancora una volta la casa editrice milanese dimostra una progettualità non comune confermata anche dal piccolo albo di Guia Risari e Violeta Lopiz, La coda canterina (...) in cui il surrealismo del racconto (Guia Risari è bravissima) e la ricchezza fantastica delle figure della Lopiz si fondono in un "gioiello" editoriale capace di educare anche i genitori al piacere della lettura e dell'invenzione.»
(Pino Boero, www.pinoboero.com)
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«(...) Una storia che, come un gioco divertente, tiene legati per vedere dove e come andrà a finire. (...) Un albo surreale perché costruito intorno ad un soggetto a dir poco inusuale come la coda di un bambino che, però, con la sua presenza fa fare agli abitanti del villaggio un bellissimo viaggio intorno alla terra. Un viaggio in cui gli adulti vedranno cose mai viste e cose che non si vedono mai. E, alla fine di questa avventura, la coda è ancora al suo posto, ma tutti sono più allegri, più felici e, forse, un po’ più saggi.»
(Elisabetta Vanzetta, en Vita Trentina, n.15, 18 abril 2010)
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«Mi accorgo di aver già recensito non pochi libri della Risari ma continuo e continuerò a farlo, dato che le sue storie sono scritte con invidiabile leggerezza e, al tempo stesso, con raro senso del ritmo e della parola.  Mi divertono e non di rado mi incantano: mi piacciono poi per quel costante e nitido tono surreale che rimanda alla lezione di Gianni Rodari, per quel piglio forte e al tempo stesso elegante e sicuro. (...)»
(Walter Fochesato, en Andersen, n.270, mayo 2010, pag. 46)
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«[...] Il problema individuale di un bambino, si estende a una piccola comunità di adulti, diventando una questione collettiva. [...] Una coda che canta non si esaurisce in uno shock percettivo. Essa dice di più. Per esempio: voglia di uscire, crescere, superare limiti; bisogno d'ascolto da parte di un mondo adulto che sente con le orecchie, ma, nonostante l'impegno, può non "sentire" il senso; piacere di sguinzagliare desideri così grandi, da farci volare, per un po', in alto, lontano, via da tutto; necessità di muovere le idee e il corpo in uno spazio né stretto né largo, ampio secondo i nostri desideri ampi; ricerca di continuità tra luoghi d'origine e d'elezione; possibilità di tracciare attorno alle cose di questo mondo itinerari fantastici; scoperta che una coda non è mai senza capo e che un bambino non è mai senza testa.»
(Giulia Mirandola, Catalogone Topi Pittori 2010)
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